La dispnea o mancanza d’aria è un’esperienza soggettiva di difficoltà respiratoria: è un sintomo avvertito dal paziente e come tale può variare in intensità a seconda delle circostanze.
Non è necessariamente indicativa di una patologia, ma è piuttosto comune e diffusa soprattutto nella popolazione più anziana.
Il medico dopo aver valutato accuratamente il paziente può richiedere degli esami di approfondimento per individuare la causa primaria e definire il trattamento più appropriato.
Inquadramento clinico della dispnea o mancanza d’aria
La prima cosa che viene indagata in presenza di difficoltà respiratoria è la sua modalità di insorgenza, acuta o cronica.
Viene poi valutata la presenza di altri sintomi associati che possono suggerire la natura della causa sottostante, se respiratoria o cardiovascolare.
Differenza tra disponea acuta e cronica
La dispnea acuta è una condizione a rischio e necessita di un pronto intervento, mentre la dispnea cronica si presta a valutazioni più approfondite.
Nei soggetti che presentano già una patologia cronica polmonare o cardiaca, la dispnea corrisponde molto spesso a una riacutizzazione della patologia, tuttavia vanno comunque indagate anche altre cause acute, come un infarto cardiaco o una polmonite.
Diagnosi della dispnea o mancanza d’aria
L’iter diagnostico in caso di dispnea acuta prevede un’anamnesi rapida ma accurata, un attento esame obiettivo e l’utilizzo di esami strumentali, come l’ECG e l’RX torace, che consentono di individuare o escludere le cause più gravi.
La dispnea cronica può richiedere ulteriori accertamenti, come uno studio TC, le prove di funzionalità respiratoria, un ecocardiogramma e la broncoscopia.
Anamnesi della dispnea
Nell’anamnesi viene indagata la modalità di insorgenza della difficoltà respiratoria, quali sono stati i fattori scatenanti o aggravanti e l’entità della dispnea, cioè se si presenta solo dopo uno sforzo o anche a riposo.
Vengono individuati i sintomi e i segni che possono indirizzare verso una patologia polmonare, cardiaca, infettiva, del sangue o neoplastica, considerando la fascia d’età del paziente e i suoi fattori di rischio.
Il medico, inoltre, chiederà al paziente se soffre di patologie come l’asma, la BPCO, la cardiopatia o se presenta fattori di rischio connessi come il fumo, l’ipertensione, il diabete, il colesterolo elevato, una storia recente di allettamento o di interventi chirurgici.
Vanno indagate anche le esposizioni professionali a gas, fumi, amianto.
Esame obiettivo
L’esame obiettivo si focalizza sulla valutazione dell’apparato polmonare e cardiovascolare. Viene misurata la febbre, la frequenza respiratoria e la frequenza cardiaca, ispezionata la cute, il torace, la presenza di rumori polmonari o cardiaci, turgore giugulare.
Alcuni segni e sintomi suggeriscono la patologia alla base della dispnea (per esempio il respiro sibilante nell’asma), ma spesso nei casi più gravi sono molto aspecifici.
È fondamentale escludere condizioni a rischio prima di attribuire la dispnea a un’eziologia meno grave.
Esami strumentali e di laboratorio per la diagnosi della dispnea
Tra gli esami strumentali di primo livello della dispnea acuta rientrano:
- la pulsossimetria, che misura la saturazione di ossigeno nel sangue arterioso;
- l’ECG, per valutare patologie cardiache come l’infarto o l’angina,
- la radiografia del torace.
In caso di dispnea cronica, oltre agli esami citati sopra, vengono richiesti:
- l’emocromo, per valutare la presenza di anemia;
- l’emogasanalisi, un prelievo di sangue arterioso che valuta l’ossigeno, l’anidride carbonica e il pH del sangue (si esegue in ospedale);
- la spirometria, un esame essenziale per valutare la funzionalità polmonare;
- il test del cammino (l’ossimetria da sforzo), per valutare la resistenza allo sforzo.
Nel caso di sospetto di patologia polmonare interstiziale o di enfisema polmonare è indicata l’esecuzione della TC.
I pazienti senza una diagnosi definitiva dopo la RX torace e l’ECG e a rischio di embolia polmonare devono essere sottoposti ad angio-TC.
Nella diagnosi della dispnea acuta hanno estrema importanza gli esami di laboratorio, in particolare la troponina, il d-dimero e i peptidi natriuretici. Essi valutano rispettivamente l’ischemia cardiaca, il tromboembolismo venoso e lo scompenso cardiaco congestizio.
In presenza di dispnea cronica utili esami di approfondimento sono l’ecocardiogramma, che può valutare una condizione di ipertensione polmonare, la spirometria, che valuta le patologie ostruttive e restrittive polmonari e la broncoscopia, che valuta la presenza di neoplasie.
Trattamento della dispnea
Il trattamento della dispnea dipende dalla patologia alla base del sintomo.
È fondamentale riuscire a identificare con precisione la causa primaria in modo da poter gestire con efficacia il trattamento del paziente.
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Bibliografia