Tachicardia: quando può essere pericolosa?

Tachicardia, quando può essere pericolosa per la salute? Di frequente i pazienti ci pongono questa domanda e in questa pagina cercheremo di fare chiarezza sull’argomento.

La tachicardia è una condizione molto comune caratterizzata dall’aumento della frequenza cardiaca che generalmente non comporta conseguenze sulla salute.

Solo in alcuni casi, la brusca accelerazione del battito cardiaco, può farci trovare in uno stato potenzialmente pericoloso che deve essere tempestivamente comunicato al proprio medico curante.

La tachicardia può costituire un rischio quando si manifesta in condizioni di riposo e in assenza di fattori che possano giustificarne una fisiologica insorgenza come l’esercizio fisico, un trauma o uno stato di specifico stress.

Cos’è la tachicardia e quando può essere pericolosa

Si definisce tachicardia un aumento del numero dei battiti del cuore, tale per cui il ritmo cardiaco diviene accelerato, superando le 100 pulsazioni al minuto.

È un disturbo piuttosto comune, generalmente causato da situazioni che determinano una condizione di stress sia fisico che emotivo. In questi casi si parla di tachicardia sinusale.

Possono essere fattori scatenanti la febbre, alcuni farmaci (ad esempio i vasodilatatori, i simpaticomimetici, gli anticolinergici e l’idralazina), un consumo eccessivo di alcool, il fumo, l’ipertiroidismo, l’esercizio fisico, una forte ansia o un’intensa emozione, etc..

Se invece la tachicardia si presenta in maniera improvvisa e in condizioni di riposo, senza che vi siano elementi esterni che possano averne suscitato l’insorgenza, è considerata patologica e può diventare pericolosa per la salute.

La tachicardia patologica è infatti determinata da un’anomalia cardiaca che causa la produzione di segnali elettrici ad elevata frequenza responsabili dell’accelerazione del battito.

Tipi di tachicardia e quando può essere pericolosa

Tachicardia Sinusale

La tachicardia sinusale è una forma di aritmia che provoca un aumento della velocità e della frequenza del regolare ritmo cardiaco.

Il termine “sinusale” indica il punto di origine di tale aritmia, cioè il nodo seno atriale. Durante un fenomeno di tachicardia sinusale, la frequenza cardiaca può arrivare fino a 180 battiti al minuto, e l’inizio e la cessazione sono graduali.

La tachicardia sinusale è piuttosto comune e può riguardare anche i bambini, le donne in gravidanza o comparire quando si ha la febbre. In genere non è rischiosa per la salute ma è un disturbo transitorio che sparisce insieme alla causa che lo determina.

Tachicardia patologica

Esistono divere tipologie di tachicardia considerata patologica. Tra di esse ricordiamo:

  • La tachicardia parossistica sopraventricolare: caratterizzata da una frequenza cardiaca rapida ma regolare compresa di solito tra 140 e 200 bpm (impulsi al minuto). Assume la forma di episodi intermittenti della durata di vari minuti e i sintomi consistono in palpitazioni, affanno, dolore toracico e talora svenimento. Non è in genere pericolosa e spesso non richiede trattamenti; in presenza di altri disturbi cardiaci o fattori di rischio cardiovascolari il medico vorrà invece fare il possibile per prevenire nuovi episodi.
  • La fibrillazione atriale: consiste in un’irregolarità del battito cardiaco in cui gli atri (le cavità superiori del cuore) pulsano in modo molto rapido (300-600 bpm) e anomalo. La fibrillazione atriale è l’aritmia più diffusa nella popolazione e la sua prevalenza tende a crescere con l’aumentare dell’età. Non è una patologia che comporta rischi per la vita del paziente ma può avere conseguenze più serie, se non viene inquadrata e curata correttamente.
  • La tachicardia ventricolare: una grave forma di aritmia con una frequenza cardiaca estremamente rapida, compresa tra 140 e 220 bpm. Generalmente insorge per una grave cardiopatia, come un infarto miocardico o una cardiomiopatia, e può durare da alcuni secondi ad alcune ore. Se non trattata può degenerare nella fibrillazione ventricolare.
  • La fibrillazione ventricolare: questa aritmia può essere fatale perché la contrazione dei ventricoli è talmente frequente e irregolare da non consentire una gittata cardiaca adeguata e quindi una perfusione cerebrale e coronarica adeguate.

I sintomi della tachicardia

I sintomi che più comunemente caratterizzano la tachicardia sinusale sono:

  1. Cardiopalmo (o palpitazione). È la conseguenza naturale dell’aumentata frequenza cardiaca. Si osserva in tutti i soggetti colpiti da tachicardia sinusale, sia sani che cardiopatici.
  2. Ansia provocata dal cardiopalmo.
  3. Dispnea o fiato corto, poichè agli organi e ai tessuti non arriva la quantità di ossigeno prevista.

In caso di tachicardia patologica, potranno manifestarsi anche dolore al petto o sensazione di svenimento.

La gravità dei sintomi dipende dalla loro associazione o meno con le altre patologie ed è tanto più critica ed articolata nelle sue manifestazioni, quanto più sono preoccupanti e avanzati gli stati patologici in cui versa un individuo affetto da tachicardia.

Diagnosi

In presenza di tachicardia il medico curante ausculterà il cuore del paziente tramite stetoscopio e, all’eventuale riscontro di un’anomalia, potrà decidere di procedere con altri esami finalizzati ad escludere le patologie cardiache che potrebbero aver determinato una tachicardia di tipo patologico.

Per registrare l’attività elettrica del cuore eseguirà un elettrocardiogramma (ECG), grazie al quale stabilirà l’esatta origine della tachicardia (nodo del seno, ventricoli o altro). Potrà, in aggiunta, decidere di applicare un Holter Cardiaco che registrerà la funzionalità cardiaca nell’arco di 24 ore consecutive.

Per poter comprendere l’evoluzione del disturbo, il cardiologo ricostruirà la storia clinica del paziente in esame, analizzando il suo stato di salute complessivo, possibili patologie pregresse e familiarità con il disturbo stesso.

Cura della tachicardia

In presenza di una tachicardia di natura patologica, il cardiologo valuterà la terapia più adeguata, sulla base dello specifico disturbo che ne è la causa.

In alcuni casi si potrà optare per un trattamento con farmaci antiaritmici, mentre in altri si dovrà procedere con interventi di ablazione tramite elettrocateteri o con l’impianto di defibrillatori.

Diversamente, la tachicardia che insorge fisiologicamente dopo un forte stress o un esercizio fisico intenso, non necessiterà di cure farmacologiche, ma si gioverà di un diverso approccio del paziente relativamente al proprio stile di vita.

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Fonti Bibliografiche

Yusuf S, Camm AJ. The sinus tachycardias. Nat Clin Pract Cardiovasc Med. 2005 Jan;2(1):44-52. doi: 10.1038/ncpcardio0068. PMID: 16265342.

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