Durante la gravidanza l’assetto endocrino-metabolico della donna subisce profonde modifiche e in alcune donne si può sviluppare una condizione chiamata diabete mellito gestazionale.
Il diabete è caratterizzato da livelli di glucosio nel sangue sopra la norma (iperglicemia) e, se non ben controllato, aumenta il rischio di anomalie dello sviluppo fetale e di altre patologie nella madre.
Cos’è il diabete mellito gestazionale?
Il diabete mellito gestazionale è un tipo di diabete che sorge o viene diagnosticato per la prima volta in gravidanza e che, nella maggior parte dei casi, termina con essa. Comprende sia forme non precedentemente identificate, sia forme che si sono sviluppate durante la gravidanza, tipicamente tra la 24-28esima settimana di gravidanza.
Circa il 2-10% delle gravidanze sono complicate da questa patologia.
Quali sono i rischi del diabete mellito gestazionale?
Se il diabete gestazionale è mal gestito, l’iperglicemia cronica comporta una serie di rischi sia per il feto che per la madre.
Ad esempio, alla nascita il bambino potrebbe avere peso eccessivo, maggiori difficoltà respiratorie, alterazioni metaboliche come ipoglicemia o aumento del rischio di distocia di spalla (spalle bloccate durante la discesa nel parto vaginale) che può causare fratture e danni ai nervi.
La madre, invece, ha un rischio aumentato di sviluppare ipertensione gestazionale e pre-eclampsia. Inoltre, aumenta il rischio di sviluppare diabete mellito di tipo due nel futuro.
Quali sono le cause del diabete mellito gestazionale?
La glicemia è regolata da diversi ormoni, ma tra questi l’insulina è l’unico ormone capace di abbassare i livelli di glucosio nella sangue e permetterne l’ingresso nelle cellule.
L’insulina viene prodotta solo dalle cellule beta del pancreas, per cui una produzione insufficiente può sfociare nel diabete mellito.
Questo può essere legato a un difetto delle cellule produttrici o ad un’aumentata richiesta per una minore capacità delle cellule periferiche di rispondere al segnale ormonale, definita come insulino-resistenza.
Durante la gravidanza, il corpo produce una grande quantità di ormoni per un corretto sviluppo della placenta. Questi ormoni, tuttavia, causano una leggera insulino-resistenza, per ridurre il consumo di glucosio delle cellule materne e favorire il passaggio di nutrienti al feto.
In alcune donne questa insulino-resistenza può diventare eccessiva fino a diventare un vero e proprio diabete.I meccanismi con cui questo avviene non sono ancora completamente chiariti, ma si ritiene che vi sia già una predisposizione alla base o una leggera disfunzione dell’attività del pancreas, che viene smascherata durante la gravidanza.
Quali sono i sintomi del diabete gestazionale
Nella maggior parte dei casi l’iperglicemia non causa alcun sintomo. A volte la donna può riferire sintomi aspecifici come affaticamento, visione offuscata, aumento della sete e necessità di urinare più frequentemente.
Diagnosi
Data l’incidenza del diabete mellito gestazionale e i rischi per la madre e il feto, numerose linee guida incoraggiano uno screening di routine a tutte le donne in gravidanza.
Durante la prima visita di controllo viene richiesto un esame della glicemia a digiuno per identificare un diabete mellito pre-gestazionale. La diagnosi è positiva se si riscontrano un valore di glicemia superiore a 126mg/dl, che deve essere confermato da un secondo test.
A 16-18 settimane è raccomandato uno screening mediante test da carico orale di glucosio (OGTT) per le donne che:
- hanno avuto un diabete mellito gestazionale durante una precedente gravidanza;
- hanno un indice di massa corporea (BMI) pregravidico superiore a 30 kg/m^2;
- presentavano una glicemia compresa tra 100 e 125 mg/dl al primo controllo.
Prima di eseguire l’OGTT viene effettuato un prelievo della glicemia a digiuno, se i valori sono inferiori a 92 mg/dl si procede con la somministrazione di una soluzione di acqua con 75g di glucosio e si ripetono i prelievi del sangue, uno dopo un’ora e un altro dopo due ore.
L’esame è positivo se si riscontrano i seguenti valori:
- una glicemia a digiuno superiore a 92 mg/dl;
- una glicemia superiore a 180 mg/dl dopo un’ora dal carico orale di glucosio;
- una glicemia superiore a 153 mg/dl dopo due ore dal carico orale.
A 24-28 settimane è raccomandato uno screening mediante OGTT per tutte le donne che hanno:
- un’età superiore a 35 anni;
- un BMI superiore a 25;
- macrosomia fetale in una gravidanza precedente (feto superiore a 4,5kg);
- un diabete gestazionale in una precedente gravidanza, anche se il test a 16 settimane è risultato normale;
- familiari affetti da diabete di tipo 2;
- famiglia originaria da aree ad elevata prevalenza di diabete: Asia meridionale (in particolare India, Pakistan, Bangladesh), Caraibi (per la popolazione di origine africana), Medio Oriente (in particolare Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Iraq, Giordania, Siria, Oman, Qatar, Kuwait, Libano, Egitto)
Come si cura il diabete in gravidanza
Per minimizzare il rischio di complicanze per la madre e il feto è opportuno mantenere un adeguato controllo del livello di glicemia durante la gravidanza.
È fondamentale seguire una corretta alimentazione, fare attività fisica in maniera costante e monitorare i valori glicemici. I valori ottimali sono una glicemia a digiuno inferiore a 90 mg/dl e una glicemia inferiore a 120 mg/dl a un’ora dai pasti.
Se lo stile di vita non fosse sufficiente è necessario ricorrere a una terapia con insulina.
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