Lesioni focali epatiche benigne e maligne

Il termine lesioni focali epatiche descrive in maniera generica tutte quelle condizioni in cui all’interno del fegato si individuano zone ben delimitate e isolate dove il tessuto si presenta diverso rispetto a quello normale.

Queste alterazioni si riscontrano nella maggior parte dei casi in maniera casuale effettuando esami, come l’ecografia, per altri motivi ed è quindi compito del medico riuscire a fare una diagnosi accurata circa la natura delle lesioni focali.

Classificazione delle lesioni focali

Esistono diverse tipologie di lesioni focali, alcune delle quali sono di natura benigna e altre invece sono maligne. Tra le prime quindi sono incluse:

  • cisti: si tratta di cavità di dimensioni variabili delimitate da una parete molto sottile e contenenti materiale liquido o, più raramente, solido;
  • angiomi o emangiomi: possono essere visti come delle malformazioni, da qualcuno definite tumori benigni, dei vasi sanguigni, in cui questi si aggregano e attorcigliano tra loro, formando piccole masse. Sono le lesioni focali più comuni e non evolvono praticamente mai verso forme maligne;
  • steatosi focali: si tratta di lesioni assolutamente benigne. Sono delle raccolte di grasso isolate, che possono anticipare l’esordio di una condizione, anche questa inizialmente benigna, detta steatosi epatica;
  • iperplasia nodulare focale: è una lesione riscontrata con una certa frequenza, nella quale le varie tipologie di cellule che si trovano all’interno del fegato (che contiene non solo le sue cellule tipiche dette epatociti, ma anche altri tipi come i colangiociti e le cellule di Kuppfer) si mescolano tra di loro, formando dei piccoli noduli solidi ben distinguibili rispetto al tessuto che li circonda;
  • adenomi: sono tumori benigni di dimensioni variabili, in alcuni casi anche piuttosto grandi, che raramente possono degenerare e diventare maligni.

Le lesioni maligne sono invece rappresentate da:

  • carcinomi: a volte isolati e a volte multipli, sono tumori maligni che si evidenziano in quanto più chiari rispetto al tessuto circostante;
  • metastasi: il fegato può essere definito come un “filtro”, in quanto al suo interno scorre sangue proveniente dalla milza e dall’intestino. Ciò fa sì che eventuali cellule tumorali originate da un cancro in queste regioni possano poi fermarsi dentro questo organo, iniziando a riprodursi e formando dei tumori secondari, detti appunto metastasi epatiche.

Cause

Per la maggior parte delle lesioni benigne è difficile identificare una causa.

Nel caso degli adenomi però si è vista una correlazione con la stimolazione ormonale, dato che spesso essi si sviluppano in giovani donne che hanno da poco iniziato una terapia con pillola anticoncezionale.

Dall’altra parte le lesioni maligne, ed in modo particolare i carcinomi, si individuano quasi sempre in soggetti che hanno una malattia cronica del fegato detta cirrosi.

La cirrosi epatica è una condizione in cui la struttura interna dell’organo è alterata dalla presenza di fibre che circondano le cellule e che, se si protrae nel tempo, predispone allo sviluppo del tumore.

In tal caso è quindi possibile individuare alcuni fattori di rischio, per esempio infezioni da virus dell’epatite, soprattutto dell’epatite B e C, ma anche il consumo eccessivo di alcol, oppure l’intossicazione con alcune tossine tipiche del sud-est asiatico.

Conseguenze delle lesioni focali epatiche

Le lesioni focali epatiche benigne non evolvono quasi mai in forma maligna e sono nella maggioranza dei casi asintomatiche. Solo alcune volte possono portare a dolore oppure alterano i vasi sanguigni che le circondano, proprio perché sono delle masse occupanti un certo volume.

L’epatocarcinoma invece può presentarsi con dei sintomi, anche se non è sempre così, per esempio:

  • il dolore;
  • l’ittero (cioè la colorazione giallastra della cute);
  • la perdita di peso;
  • la sensazione di una massa nella regione alta dell’addome spostata verso destra.

La malignità del tumore, però, risiede proprio nella sua potenziale invasione dei vasi sanguigni, attraverso i quali le cellule tumorali hanno la possibilità di raggiungere altre regioni, sia all’interno del fegato che in altri organi, provocando metastasi.

Diagnosi

Come si è detto all’inizio, spesso il riscontro di lesioni focali è occasionale, facendo per altri motivi delle ecografie dell’addome. In questo caso un’adeguata raccolta delle informazioni dal paziente orienta il medico verso una possibile diagnosi.

Ad ogni modo, le tecniche di diagnostica per immagini sono in genere sufficienti per fare una diagnosi, quindi l’ecografia oppure la TAC e la risonanza magnetica, che sono più specifiche e che danno molte più informazioni se eseguite con mezzo di contrasto, cioè una sostanza che diffondendosi nei vasi sanguigni permette di osservare come si distribuiscono questi ultimi attorno alla lesione.

La biopsia, cioè il prelievo di una piccola parte della lesione che viene poi osservata al microscopio, è senza dubbio un metodo valido per fare la diagnosi, anche se oggi, grazie all’evoluzione dei metodi citati prima, viene meno utilizzata, risparmiando al paziente un’indagine invasiva.

Esiste poi un altro esame detto elastometria, che evidenzia le lesioni focali tramite la variabilità della rigidità del tessuto del fegato.

Cura delle lesioni focali

Se le lesioni focali sono benigne e non causano alcun sintomo non vengono trattate, ma semplicemente seguite nel tempo per valutarne eventuali evoluzioni.

La rimozione chirurgica viene invece riservata alle lesioni che provocano qualche alterazione della funzione del fegato oppure dolore, e soprattutto se superano certe dimensioni, ad esempio si è stabilito che vengano tolti tutti gli adenomi di diametro maggiore ai 5 centrimetri.

Molto utile nel trattamento del carcinoma è invece la radioterapia, nella quale si sfruttano radiazioni ad alta energia, in genere raggi X, per portare alla morte le cellule tumorali.

In altri casi per questo scopo si preferisce usare la tecnica di termoablazione, ovvero si adopera il calore anzichè le radiazioni, in altre parole si brucia il tumore.

Un metodo alternativo nella cura delle lesioni focali consiste nell’embolizzazione, cioè si interrompe il flusso sanguigno in arrivo alle cellule, il che le porta alla morte per mancanza di apporto di ossigeno e nutrienti.

Da dire, infine, che se il carcinoma ha raggiunto dimensioni molto grandi oppure se ha già formato delle metastasi il trattamento di scelta è la chemioterapia.

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Responsabilità dei contenutiSupervisione editoriale e scientifica
Dr Giuseppe Lavecchia – Specialista in Cardiologia
Dr Maurizio Lombardi – Specialista in Angiologia
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Bibliografia

Algarni AA, Alshuhri AH, Alonazi MM, Mourad MM, Bramhall SR. Focal liver lesions found incidentally. World J Hepatol. 2016 Mar 28;8(9):446-51. doi: 10.4254/wjh.v8.i9.446. PMID: 27028805; PMCID: PMC4807306.

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