Come comportarsi dopo un infarto?
Il termine infarto indica la morte improvvisa di un tessuto o un organo dovuta all’interruzione dell’apporto di sangue e ossigeno.
Comunemente quando si parla di infarto, si fa riferimento all’infarto acuto del miocardio, la necrosi del tessuto muscolare cardiaco.
Si tratta di una delle emergenze mediche più gravi e frequenti, associata a un elevato tasso di mortalità e morbidità.
In questo articolo vedremo quali sono le sue conseguenze e i comportamenti da seguire.
Le cause dell’infarto
L’infarto è causato dall’ostruzione del flusso sanguigno a livello delle coronarie, le arterie che irrorano il cuore.
Il tessuto muscolare che smette di ricevere ossigeno, nell’arco di pochi minuti va incontro a necrosi e interrompe la sua attività di contrazione.
L’ostruzione molto spesso è legata alla presenza di aterosclerosi, una patologia caratterizzata dalla formazione di placche nella parete delle arterie che ostacola il flusso sanguigno.
Le placche aterosclerotiche si sviluppano nel corso di anni in soggetti con elevati livelli di colesterolo. Altri fattori come diabete, fumo di sigaretta e ipertensione ne accelerano la comparsa.
In questi pazienti, la causa scatenante dell’evento acuto è la formazione di un trombo (un coagulo) su una placca danneggiata, che chiude rapidamente il vaso e blocca del tutto il flusso sanguigno a valle.
In altri casi l’infarto è causato da un aumento delle richieste di ossigeno rispetto alle disponibilità (ipertensione, sforzo fisico spropositato, sepsi) o una riduzione dell’apporto (spasmo coronario, embolia, aritmia cardiaca o ipotensione arteriosa).
Quanto tempo ci vuole per riprendersi dopo un infarto
Il periodo di convalescenza dopo un infarto dipende dall’entità del danno cardiaco e dallo stato di salute generale della persona.
Occorre considerare circa un mese dall’evento prima di riprendere le attività quotidiane, il lavoro e l’attività fisica.
Nei casi più gravi possono trascorrere diversi mesi prima di una buona guarigione.
Conseguenze di un infarto
A poche ore o giorni dall’infarto, le complicanze più severe sono la comparsa di insufficienza cardiaca e di pericolose aritmie, che possono portare a un arresto cardiaco.
Per questo motivo il paziente viene monitorato e dopo la stabilizzazione viene inserito in un programma di riabilitazione.
Gli obiettivi della riabilitazione sono:
- una graduale ripresa dell’autonomia individuale
- un assestamento della terapia farmacologica più adatta alle caratteristiche del paziente
- un cambiamento radicale del proprio stile di vita per ridurre il rischio di recidive.
Non è raro che il soggetto riprenda a fare le stesse attività che svolgeva prima, anzi l’evento stesso può spronarlo a migliorare la propria forma fisica e la propria alimentazione.
Stile di vita, come comportarsi dopo un infarto
L’infarto rappresenta l’evento più eclatante di un processo patologico subdolo, che si è sviluppato nel corso di molti anni e che dipende da numerosi fattori in apparenza non collegati.
Patologie come l’ipertensione, il diabete e la dislipidemia sono asintomatiche, ma se ignorate, in maniera lenta e impercettibile danneggiano la parete delle arterie e di conseguenza la funzione di molti organi.
Alcuni fattori di rischio cardiovascolare come l’età, il sesso maschile o la familiarità non sono modificabili, ma su molti altri è possibile intervenire in maniera efficace attraverso la terapia farmacologica e soprattutto attraverso lo stile di vita.
I pilastri da seguire sono un’alimentazione equilibrata e un’attività fisica moderata ma regolare.
Essi sono in grado da soli di ridurre i valori di pressione arteriosa, di migliorare il profilo lipidico e il controllo della glicemia.
I farmaci in casi gravi sono necessari, ma i loro benefici sono fortemente ridotti se non sono associati a comportamenti salutari.
L’esercizio fisico deve essere considerato al pari della terapia farmacologica, tuttavia nella fase iniziale post-infarto è importante seguire un percorso cucito su misura per ottimizzare i benefici e ridurre al minino i rischi di uno sforzo eccessivo.
Successivamente è consigliato svolgere almeno 30-40 minuti di attività fisica per almeno 4 volte la settimana (circa 120-150 minuti alla settimana).
Essa può comprendere esercizi a corpo libero in palestra, allenamento alla cyclette o al tapis roulant.
Prima di iniziare gli esercizi è bene misurarsi la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa.
È importante sospendere qualsiasi attività se compare dolore toracico anche lieve (soprattutto se ricorda il dolore dell’infarto), difficoltà respiratoria, nausea o vertigine.
Cosa evitare dopo un infarto
In conclusione, è fondamentale evitare di continuare con lo stesso stile di vita che si aveva prima.
Va eliminato il fumo e limitato al minimo il consumo di cibi molto calorici e ricchi di grassi saturi o trans (come fritture, carni rosse, insaccati), prodotti confezionati ricchi di sale e conservanti, alimenti ricchi di zuccheri semplici, alcolici.
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Dr Giuseppe Lavecchia – Specialista in Cardiologia
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